Ecco come Michelangelo ha formato il suo gusto: riallestimento agli Uffizi per le sale che introducono al celebre Tondo Doni, dove oggi trovano posto i pezzi di statuaria classica proposti da Lorenzo il Magnifico come modello agli artisti del suo tempo
Roma, 18 febbraio 1564. A spegnersi è uno tra i più grandi artisti di tutti i tempi; figura determinante nell’evoluzione del gusto e dello stile, nome assunto a icona del genio più limpido e inarrivabile. Firenze, 18 febbraio 2014. La città dove quell’estro ha potuto crescere e formarsi, trovando terreno fertile per sperimentare e creare prima di accasarsi sotto l’egida papale, ne ricorda l’eccezionale portata storica e culturale. Con un’operazione che coinvolge il suo museo più importante.
Nel giorno in cui si ricorda il 450esimo anniversario dalla morte di Michelangelo Buonarroti la Galleria degli Uffizi presenta il completo riallestimento delle due sale, la 33 e 34, che introducono i visitatori allo spazio che da sempre accoglie l’unica opera su tavola autografa dell’artista: il leggendario Tondo Doni, creazione giovanile che rappresenta uno tra i capolavori assoluti del Rinascimento maturo.
Pareti dipinte di un verde derivato dalle cromie usate da Paolo Uccello nel Quattrocento, a sancire un legame visuale con le teorie estetiche proprie dell’Umanesimo; collocazione di pezzi che documentano lo strettissimo legame tra l’ambiente culturale della Firenze medicea e le reminiscenze del classico. Tracciando un filo rosso che unisce la statuaria classica, assunta ad autentico modello di studio, alle prove degli artisti rinascimentali.
Si ricrea a livello ideale quel Giardino di San Marco voluto da Lorenzo il Magnifico per educare il gusto di un’intera generazione di artisti; allevati nel confronto con sublimi tesori archeologici di periodo ellenistico. Si ricuce così un legame interrotto dalle passate teorie museografiche, che volevano in queste stesse sale opere di maestri toscani e lombardi del tardo Cinquecento. Ora sostitute dalla scelta, quasi didattica, di offrire una visione ricca e articolata sul background estetico di Michelangelo e degli autori della sua generazione.