Allestimento multimediale immersivo, alle Scuderie del Castello di Pavia, per la mostra dedicata a Camille Pissarro. Un viaggio alle radici dell’Impressionismo, dove non mancano ospiti illustri: partendo da Corot e arrivando a Gauguin
Cézanne scrisse di ritenerlo “come un padre” e che fosse “uomo da consultare […] come il buon Dio” . È un sentimento di pura e doverosa devozione quello che molti tra gli impressionisti nutrirono per Camille Pissarro, figura centrale per l’evoluzione del linguaggio pittorico nell’Europa del secondo Ottocento. La portata della sua esperienza creativa, fondamentale per tratteggiare i parametri della modernità, emerge in modo netto e chiarissimo nella grande mostra accolta fino a giugno alle Scuderie del Castello di Pavia.
Maestri, colleghi, amici, allievi. Il taglio critico proposto da Philippe Cros costruisce un tessuto narrativo che sa restituire con precisione la collocazione di Pissarro nell’ambiente culturale del suo tempo: passando dal vedutismo realista di Corot, sul cui modello il pittore si era formato, ai ritratti firmati da Gauguin e Van Gogh; per arrivare alle tele del figlio Lucien, che agli albori del Novecento evolve la lezione del padre in uno stile che risente del puntinismo.
In mezzo la parabola umana e artistica di Pissarro, seguita grazie ad opere in arrivo da ogni angolo del mondo. È custodito al Thyssen-Bornemisza il Frutteto a Éragny che dimostra (siamo nel 1896) l’attenzione del più anziano maestro per le teorie proposte da Seurat e Signac; arriva invece dall’Hammer Museum di Los Angeles il monumentale Boulevard Montmartre: Mardi Gras , spettacolare ritratto urbano di una Parigi mai così carica di vitalità.
Ad impreziosire il percorso espositivo è l’allestimento multimediale sensoriale ideato dal gruppo N03!, che perfeziona e implementa le soluzioni sperimentate – sempre a Pavia – nel corso della precedente mostra dedicata a Monet. Ad accompagnare il visitatore è la voce dello stesso Pissarro, presenza fantasmagorica che appare e scompare su schermi ultrapiatti; mentre i quadri si specchiano nelle imponenti proiezioni di dettagli di paesaggio, dal fluire dell’acqua al correre del vento sull’erba. Costruendo suggestioni visuali e sensoriali di efficace empatia.
[nella foto: Camille Pissarro, Studio di meli a Éragny) 1892 – 1893. Pastello su carta su tela, 21 x 29 cm – Fondation Bemberg, Tolosa]