Apre al pubblico dopo due anni di lavori: è l’ala del museo di Den Bosch che riporta nella sua terra natale, il Brabante, Vincent Van Gogh. Esposti lavori della prima metà degli Anni Ottanta, tra paesaggi e intensi ritratti
È nato qui. Sono questi i paesaggi, duri e severi, che hanno segnato il suo orizzonte visuale, contribuito alla formazione della sua poetica dell’immagine; e sono questi i volti orgogliosi, i profili taglienti, con cui ha avuto famigliarità. L’esperienza di vita di Vincent Van Gogh parte dal Brabante, terra aspra e difficile, ma al tempo stesso carica di un fascino estremo. Il rapporto tra l’artista il suo luogo di origine si rinsalda, oggi, nelle sale di un museo.
Il Noordbrabants di Den Bosch, che dopo due anni di lavori apre al pubblico i quasi mille metri quadri di un’esposizione permanente dedicata al pittore. Mettendo in mostra quella che si configura come la più grande e importante raccolta di lavori di Van Gogh in questa regione, in un allestimento didattico arricchito da guide multimediali che presentano differenze e analogie tra le diverse stagioni creative del pittore.
Ad arricchire la già importante collezione del museo i prestiti a lungo periodo in arrivo dal Van Gogh Museum di Amsterdam, dal Rijksmueum e da una facoltosa collezione privata locale: nasce un focus ricchissimo e articolato che mette in luce una tappa fondamentale per la maturazione del credo artistico del pittore, nella strettissima relazione con la sua attività di predicatore nella vicina Neunen. Dove visse, insieme ai genitori, tra la fine del 1883 e l’estate dell’anno seguente.
È a questo periodo che risalgono la maggior parte dei lavori esposti oggi a Den Bosch, buona parte dei quali dipinti proprio nell’atelier che Van Gogh aveva Neunen. Nature morte, paesaggi, un intenso Autoritratto con pipa del 1886, scene di vita rurale che testimoniano l’afflato nei confronti degli ultimi che lo porterà, di lì a pochissimo, a elaborare quel capolavoro assoluto che sono I mangiatori di patate .