Centocinquanta gallerie, numero volutamente contenuto per selezionare solo gli operatori migliori: punta tutto sulla qualità l’edizione 2014 di Miart, la fiera d’arte contemporanea di Milano. In scena dal 28 marzo
Le gallerie più importanti d’Italia? Buona parte hanno sede a Milano. I collezionisti più influenti? Anche loro hanno casa all’ombra della Madonnina. Grandi mostre in spazi istituzionali? Tra musei e kunsthalle il calendario, in città, è sempre fittissimo. Difficile non riconoscere al capoluogo lombardo un ruolo di primo piano nel panorama – non solo nazionale – dell’arte contemporanea: un primato che dal 28 al 30 marzo viene ribadito da Miart.
Appuntamento nei padiglioni di FieraMilanoCity con la rigorosa selezione che ha visto il direttore della rassegna, Vincenzo De Bellis, individuare centocinquanta tra le realtà più interessanti del settore. Dando alla rassegna un taglio che, al naturale profilo commerciale, lega un’anima squisitamente curatoriale: è il caso della sezione THENnow , inedito gioco delle coppie che i lavori di artisti storicizzati specchiarsi in quello di firme dell’ultima generazione.
Suggestivo, a proposito, l’incontro suggerito tra il visionario Mario Schifano e Cory Arcangel; tutto giocato sulla potenza materica dei materiali umili, usati in modo divergente da entrambi, quello tra Giuseppe Uncini e Matias Faldbakken. All’insegna delle grandi firme anche il programma di talks proposto dalla fiera, che permette l’incontro con ospiti di caratura internazionale: partendo dalla curatrice della potentissima Fondazione Jumex, tra i più importanti musei privati al mondo, e arrivando – a compendio dell’attenzione crescente riservata dalla fiera al design – ad Alessandro Mendini e al duo Formafantasma. Next big thing del settore, già entrata nell’orbita del MoMA e del Vitra Design Museum.
Ricco come non mai il panorama degli eventi collaterali che accompagnano la fiera, riuniti sotto l’etichetta The Spring Awakening : il risveglio primaverile della città passa dalle sale del PAC con la personale di Regina José Galindo e si spinge fino all’Hangar Bicocca, dove è in scena la prima retrospettiva italiana dedicata a Cildo Meireles; tre le serate che Massimiliano Gioni, curatore dell’ultima Biennale di Venezia, ha pensato per il Planetario Hoepli. Con le proiezioni di opere video di Stan VanDerBeek, Jeronimo Voss e Katie Paterson, appositamente “arrangiate” per l’insolita location.