Strage di Utøya: un progetto di Jonas Dahlberg per il memoriale delle vittime

15 Marzo 2014


È una ferita insanabile, inferta al cuore e alla memoria. Il modo più efficace per rappresentarla, allora, non poteva essere altro se non una cicatrice – imponente, drammatica, irrimediabile – sul paesaggio. A spezzare per sempre l’incantesimo di una natura che, nello scorrere inesorabile del tempo, copre ogni cosa: stendendo il suo placido lenzuolo di prati e piante là dove si è consumata una delle più impressionanti tragedie della nostra epoca.

È stato uno shock per l’artista svedese Jonas Dahlberg il primo approccio ai luoghi teatro della strage di Utøya. Là dove la folle mano criminale di Anders Breivik aveva freddato quasi settanta giovani, la vita era ripresa a scorrere. Nelle forme proprie della tipica foresta del nord, con piante e radici a reimpossessarsi dello stesso terreno bagnato solo pochissimi anni prima di sangue innocente. Uno scarto brutale tra passato e presente, scintilla che innesca un progetto imponente.

L’associazione dei parenti delle vittime non ha avuto dubbi: il Memory Wound  disegnato da Dahlberg sarà il monumento destinato a eternare la memoria di quell’abominio. Un taglio netto, chirurgico, a spezzare in due la stretta penisola di Sørbråten, antistante la scena dell’attentato; un invalicabile braccio di mare a separare per sempre le due parti. L’una, parete di rigorosa verticalità, a portare incisi i nomi delle vittime; l’altra pensata come punto di osservazione. Finestra sul ricordo.

Le pietre sbancate dal sito, così come gli alberi sradicati per rendere possibile l’intervento, prenderanno la via di Oslo. Dove, nel punto in cui esplose la bomba piazzata dall’attentatore come diversivo per avere campo libero per il suo drammatico progetto, sorgeranno un piccolo bosco e un anfiteatro. Aperti al pubblico dal 2015, inaugurati nei giorni in cui cadrà il quarto anniversario della strage.