Un giardino di pace: in Bosnia il Premio Carlo Scarpa

30 Marzo 2014


Nelle ultime edizioni è stato assegnato alla città di Amsterdam, che ha rivisto la sua zona dei musei in ottica green, e all’ordinata brughiera di uno tra i più affascinanti parchi danesi; all’emozionante Viale degli Eroi della romena Tirgu Jiu e all’enigmatico Désert de Retz, luogo da sogno immerso nella foresta del Marly. Quest’anno il Premio Carlo Scarpa per il Giardino, ideato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, tra i più importanti riconoscimenti dedicati all’architettura del paesaggio, prende la strada della Bosnia Erzegovina.

È entrato nelle pagine più nere della Storia il nome di Srebrenica, teatro di uno tra gli eccidi più brutali che l’Europa abbia conosciuto: la strage di circa ottomila civili di religione musulmana compiuta dalle milizie paramilitari serbo-bosniache nel corso della recentissima, folle, guerra civile che ha insanguinato i Balcani. Una ferita ancora oggi difficile da rimarginare. Nonostante i tenaci tentativi di tornare alla normalità, ai quali guarda con favore il Premio Scarpa.

A convincere la giuria è il progetto di ripopolamento dei borghi di Osmače e Brežani, minuscole località a pochi chilometri da Srebrenica: poco più di mille abitanti fino allo scoppio del conflitto, poi totalmente disabitati. Fino a quando, all’inizio degli Anni Zero, non è cominciato un timido e coraggioso processo di migrazione che ha portato in quegli stessi luoghi circa duecento persone: convinte di poter rivitalizzare l’area nel nome del ritorno ai valori di un’antica e genuina società contadina.

Il recupero parte da qui. Da un’economia rurale che spinge alla socialità e diventa facilitatore relazionale (con le diverse famiglie a condividere i prodotti dei propri orti e campi); da processi di agronomia sperimentale che influiscono sul paesaggio in modo radicale, andando a sanare le cicatrici della guerra. Su tutti spicca quello, di matrice italiana, che ha visto la semina di una particolare varietà di grano saraceno. Coltivazione assunta a simbolo di rinascita.

[nella foto: l’altopiano sopra Srebrenica – Fotografia di Zijah Gafic per Fondazione Benetton Studi Ricerche]