La città secondo Léger. In mostra a Venezia

2 Aprile 2014


Uno sguardo attento e a tratti scientifico, ma non per questo estraneo alla sublime seduzione di una poesia da perseguire con delicatezza, nella sperimentazione di soluzioni formali e cromatiche ardite. È quello che Fernand Léger ha posato sulla città, considerando il paesaggio urbano come magnifico banco di prova per la propria. Un rapporto profondissimo, simbiotico, evocato nella mostra che fino al 2 giugno anima a Venezia le sale del Museo Correr.

Risalgono al periodo di massima felicità creativa del pittore – tra il 1910 e il 1930 – le circa settanta opere in arrivo da importanti collezioni private e pubbliche, per lo più straniere, esposte in Laguna grazie alla partnership con il Philadelphia Art Museum e letteralmente “scenografate” da Daniela Feretti. Sua la firma di un allestimento di rara eleganza, articolato in sezioni tematiche che indagano l’evoluzione del modo di guardare alla città tra Belle Epoque e primo dopoguerra.

Irrinunciabile l’imponente La Ville , dipinto dall’artista al suo ritorno a Parigi dopo la cruda vita di trincea: la frenesia della metropoli viene resa in tutta la sua esplosiva carica cromatica, in un’alternanza visuale che rimanda a suggestioni quasi jazzistiche; aromi cubo-futuristi aleggiano invece sul Paesaggio Animato  del 1924, come pure nel precedente progetto per il sipario dello Skating Rink, dove lo spazio si anima di vibranti soluzioni cromatiche.

Ad accompagnare gli autografi di Léger una trentina di opere che documentano la complessa scena artistica del periodo, scegliendo sempre come cono ottico il tema della città. Si passa così dalle rigorosissime composizioni di Piet Mondrian a lavori di Gris, Kupka, Duchamp; finendo con il rarissimo video d’artista – opportunamente restaurato – firmato da René Claire e Francos Picabia alla metà degli Anni Venti.

[nella foto: Fernand Léger, Paesaggio Animato, 1924. Philadelphia Museum of Art © Fernand Léger by SIAE 2014]