Milioni di visualizzazioni su Youtube, 350mila follower su Instagram in un solo mese e 38mila post con il suo hashtag: Banksy, lo street artist senza volto, conquista anche la rete. E conquista il prestigioso Webby Award come personaggio dell'anno.
La rete ha espresso il suo insindacabile verdetto: è Banksy, l’inafferrabile e misterioso street artist britannico, la figura più importante tra le tanti che appaiono – e inesorabilmente scompaiono – su Internet. A lui va il prestigioso riconoscimento di Personaggio dell’Anno voluto dalla Accademia Internazionale delle Arti Digitali e delle Scienze, soggetto transnazionale che riunisce mille tra i massimi esperti mondiali di cultura digitale. E che dal 1996 assegna i Webby Awards.
Le riflessioni della cosiddetta giuria tecnica si intrecciano con quelli del popolo del web, in una classifica che non può non tenere conto di parametri anche squisitamente oggettivi, come like e condivisioni. Cinque le sezioni ad essere indagate, passando dai siti tradizionali al campo dell’interattività, arrivando ai film e alle serie creati appositamente per la rete, ai social network e alle app per smartphone e tablet.
Banksy ha attirato consensi grazie alla sua ultima e più impegnativa performance: la discussa “invasione” di New York che l’ha visto per un mese intero – era l’ottobre del 2013 – imperversare nella Grande Mela con interventi, installazioni, tag, stencil. Creando un polverone mediatico senza precedenti: in parte innescato dalla caccia all’uomo di fan e paparazzi, speranzosi di rivelare finalmente l’identità dell’artista; in parte aumentato dalle polemiche in merito alle rigide leggi anti-vandalismo della città.
Un evento reale, concreto, vissuto sulle strade e nelle piazze, che ha trovato la sua massima espressione attraverso i canali tutt’altro che effimeri del web. Si calcolano in milioni le visualizzazioni raccolte dal canale Youtube di Banksy nel periodo della performance; 38mila i tag #Banksy usati in soli trenta giorni; 350mila i follower sul suo profilo Instagram ufficiale. Per una esperienza che ha cambiato il modo di comunicare l’arte.