Cannes, giorno 7. Tempo di habituée con Kawase e i Dardenne

20 Maggio 2014


Jean-Pierre e Luc Dardenne hanno un rapporto col Festival di Cannes che risale almeno al 1999, quando il loro Rosetta  vince la Palma d’Oro; successo bissato nel 2005 con Il figlio , che ottiene con Olivier Gourmet anche il premio per il miglior attore. Cannes li ama al punto che li premia ancora una volta per la migliore sceneggiatura nel 2008 con Il silenzio di Lorna ; è infine Il ragazzo con la bicicletta prende il Grand Prix.

I due fratelli sembrano non riuscire a stare a lungo lontani dalla Croisette e prima di essere ripescati per il concorso principale di questa edizione, hanno presieduto la giuria di Cinefoundation nel 2012. Alla loro regia, nota per essere spoglia e asciutta, quest’anno aggiungono l’interpretazione dell’attrice francese più blasonata del momento: Marion Cotillard (nella foto), che In Deux Jours, Une Nuit  dovrà convincere i suoi colleghi a rinunciare al proprio bonus per poter mantenere il suo impiego.

La seconda parte della giornata sarà in quota Sol Levante con Naomi Kawase alla direzione di Still The Water , che conferma la sensazione che si arriva a concorrere alla Palma d’Oro solo forti di una fiducia conquistata e curata per anni. È il caso di Kawase, che nel 1997 vince il Camera d’Or con Mo noe Suzaku  , e nel 2003 è in lizza per la Palma d’oro con Shara .

Atmosfere inquietanti per questa sua ultima fatica cinematografica: in Still The Water  il protagonista dovrà risolvere insieme alla sua fidanzata il mistero che si cela dietro la macabra scoperta di un cadavere galleggiante.

Federica Polidoro per www.artribune.com

[foto © Christine Plenus]