6 Maggio 2014
Visioni e suggestioni inedite quelle proposte dal Festival del Cinema Africano, d’Asia e dAmerica Latina di Milano. Una settimana di eventi, cinquanta film e la partecipazione di Diao Yinan, ultimo vincitore dell’Orso d’oro a Berlino
Quando è nato, ventiquattro anni fa, guardava in via preferenziale all’Africa. Poi ha progressivamente ampliato i propri orizzonti, sempre a caccia di visioni altre, trasversali, capaci di documentare quelle realtà per tradizione poco appetite dall’industria dello show-business. Torna dal 6 al 12 maggio a Milano il Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America Latina, rassegna che porta nel capoluogo lombardo una collezione di sguardi nuovi e affascinanti.
Sei tra cinema, teatri e auditorium sparsi per la città; uno spazio multidisciplinare a Porta Venezia dove alternare mostre, incontri, dibattiti, happening; cinquanta lungometraggi, molte le prime italiane ed europee, decine di corti: il programma del festival è ricco, come il parterre di ospiti. A partire dal regista cinese Diao Yinan, che presenta in prima persona Black Coal Thin Ice , che gli è valso l’Orso d’oro nel corso dell’ultima Berlinale.
Non mancano tra i film, sia in concorso che fuori competizione, pellicole reduci dalle maggiori rassegne internazionali. Ha vinto il premio della giuria al Sundance, ad esempio, l’inquieto thriller cileno Matar A Un Hombre ; da Berlino arrivano invece la poesia di The Rice Bomber del taiwanese Cho Li (nella foto) e l’attesissimo Two Men In Town del franco-algerino Rachid Bouchareb, al lavoro in un set del New Mexico con la leggenda Harvey Keitel.
Guarda al tema di Expo 2015, centrato sull’alimentazione, la speciale sezione Films that Feed , creata anche quest’anno in sinergia con Slow Food: la proiezione di film a tema cibo – dal thailandese The Songs of Rice alla prima nazionale del giapponese A tale of Samurai Cooking – è accompagnata da golosi incontri con le tradizioni gastronomiche dei diversi Paesi del mondo, nel segno di una fusione che lega saperi e sapori.