Scompariva mezzo secolo fa l’artista che, insieme a Picasso, ha innescato la rivoluzione cubista. Il Guggenheim di Bilbao ricorda con una imponente e completa retrospettiva l’estro di Georges Braque
Ha scritto una pagina memorabile, probabilmente decisiva, per l’evoluzione dell’arte moderna. Aprendo le porte della contemporaneità, forzando dinamiche prospettiche e visuali ancorate ad una tradizione rimasta sostanzialmente invariata fin dai tempi del Rinascimento. È stato forse meno appariscente del suo più vicino compagno di viaggio, quel genio totale di Pablo Picasso, ma Georges Braque vanta ugualmente meriti indiscussi. Riconosciuti, oggi, dal Guggenheim di Bilbao.
A mezzo secolo esatto dalla scomparsa dell’artista, la sede europea della celeberrima collezione newyorchese allestisce fino al prossimo 21 settembre una retrospettiva monumentale. Presentando in maniera organica l’intero tragitto creativo di una personalità ricca e complessa, capace di esprimersi in modo sublime anche oltre le intuizioni formali che hanno portato al cubismo. Attraversando, da protagonista assoluto, la stagione irripetibile delle avanguardie storiche.
In un percorso espositivo che inanella circa duecentocinquanta capolavori, l’opera di Braque viene setacciata con minuzia e acutissimo spirito critico: riconoscendo rapporti, legami, interazioni. Come nel caso della fugace ma interessantissima stagione vissuta a inizio Novecento, con l’accostamento agli stilemi propri dei Fauves, ad una tavolozza irruenta e vibrante; e ancora come accaduto a fine carriera. Con uno sguardo alla poetica delle forme che, in un’opera L’oiseau noir et l’oiseau blanc evoca suggestioni alla Matisse.
In mezzo, naturalmente, le grandi opere cubiste e i papiers collérs , vera e propria “specialità della casa”. Modo deflagrante di guardare alla natura sensibile, spezzando la figura nei suoi elementi essenziali per poi assembrarla nuovamente secondo una soggettività che si rivela collettiva e condivisa, più che individuale. Un nuovo cono ottico quello proposto da Braque – e con lui da Picasso e Juan Gris – uno sguardo trasversale che punta, inesorabile, verso il futuro.
[nella foto: Georges Braque, Paysage de l’Estaque , 1906–1907. Centre Pompidou, Musée national d’art moderne, Paris © Georges Braque, VEGAP, Bilbao, 2014. Photo © Philippe Migeat – Centre Pompidou, MNAM-CCI/Dist. RMN-GP]