Con il “Viaggio nella Luna” ha di fatto inventato il cinema di fantascienza: un alchimista dell’immagine Georges Méliès, eccentrico pioniere della celluloide celebrato a Palma di Maiorca con una mostra monumentale
Curioso, intuitivo, geniale. E attratto in maniera irresistibile dal mistero, il fantascientifico, meglio se condito da una piccola dose di occulto. Quella di Georges Méliès è stata figura tra le più importanti nel mondo del cinema: un autentico pioniere, accanito sperimentatore, che agli albori del Novecento ha saputo portare per primo nella nuova arte una carica di magia prima solo immaginata. Portando la magia nella fabbrica dei sogni.
Approda a Palma di Maiorca, dopo le puntate a Madrid e Barcellona, la più grande retrospettiva mai dedicata a quello che non a torto viene considerato il padre degli effetti speciali. Oltre centocinquanta i reperti che trovano posto, fino al mese di settembre, al Caixa Forum della città delle Baleari, testimonianze preziose di una stagione eroica per il cinema. E al tempo stesso memoriale creativo di un artista a tutto tondo.
Per Méliès il film si avvicina ad essere un’opera d’arte totale, che richiede innovazioni empiriche a metà strada tra il laboratorio dell’alchimista e la bottega dell’artigiano. Lo dimostrano la quarantina di disegni originali esposti a Palma, bozzetti che introducono alla visione di oltre trenta delle circa cinquecento pellicole realizzate in carriera dal maestro (andati purtroppo per la maggior parte perduti); lo confermano le macchine ottiche che aprono una parentesi affascinante sull’archeologia del cinema.
Naturale la sezione speciale dedicata al più noto lavoro di Méliès: il visionario Viaggio nella Luna , che nel 1902 inventa di fatto il cinema di fantascienza. Adottando soluzioni che preludono all’animazione vera e propria, manipolando il montaggio in modo tale da accentuare con una retorica modernissima gli aspetti più forti del film. Firmando un capolavoro che, ci ricorda la mostra, è entrato nell’immaginario collettivo.