Tre prototipi, freschi di restauro, a raccontare mezzo secolo di industria dell’auto, dai pionieri di inizio Novecento a Carlo Mollino. Nel felice rapporto tra impresa e design: al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano
Sono tutte dipinte con un bel rosso smagliante, lucente nei bagliori fiammeggianti che sottolineano i dettagli della scocca. Quasi il colore dettasse un inconsapevole e involontario legame di sangue, a unire lungo il filo di una straordinaria evoluzione progettuale e imprenditoriale i tasselli della più tipica storia italiana. Quella che fa dell’ingegno e del design un tratto unico e distintivo della forza del Bel paese.
Allestimento altamente evocativo, al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, per tre capolavori assoluti dell’industria automobilistica italiana: tre vetture Fatte su misura , come titola la sezione che accoglie da questi giorni i prototipi, accuratamente restaurati, di veicoli da sogno. A coprire mezzo secolo esatto di vita del Paese, dalla preistoria del motore di inizio Novecento fino agli anni del Boom economico.
Chi dice Bianchi pensa alle due ruote su cui volavano Coppi e Bartali, ma non è da dimenticare l’impegno dello storico marchio milanese nel mondo dei motori. Data 1903 l’avveniristica 8HP oggi esposta al museo, spettacolare modello interamente rifinito in legno e sottili fogli di alluminio; un oggetto di lusso, venduto all’epoca alla cifra record di diecimila lire a esemplare. Pari a dieci anni di stipendio di un medico professionista!
Esclusiva anche l’Alfa Romeo 8C 2300 comparata nel 1932 dall’ideatore de La Settimana Enigmistica Giorgio Sisini, spider ante litteram dal fascino assoluto; affine per carattere squisitamente sportivo alla leggendaria bisiluro che Carlo Mollino, maestro assoluto del design, ha disegnato nel 1955 per la 24 Ore di Les Mans. Un mezzo futuristico, capace di toccare velocità di punta di 215 km/h.