L’Aquila rinasce con 19 cantieri d’artista

29 Luglio 2014


A lanciare l’invito un’associazione non-profit di stanza negli Stati Uniti, ArtBridge, da sempre attiva nel campo di processi che animano grazie all’arte pubblica città e comunità. Obiettivo: tornare a parlare dell’Aquila, scuotere l’immaginario di un’opinione pubblica che, spente le luci della ribalta, poco sa di come stanno procedendo i lavori per restituire al più presto il centro storico martoriato dal terremoto al suo antico splendore.

I cantieri marciano, pur tra lentezze e difficoltà, con passo inesorabile. Ad accompagnarli, proprio grazie all’iniziativa di ArtBridge, i diciannove artisti selezionati nell’ambito del progetto OffSiteArt , programma che assume uno degli elementi di debolezza della città a modello per sviluppare situazioni vistuose. Sono infatti le stesse impalcature che abbracciano e proteggono – ma inevitabilmente nascondono – palazzi storici e luoghi iconici della città a trasfroarsi in oggetti d’arte.

La consegna è quella di interpretare i teloni che avvolgono i ponteggi come vere e proprie tele, spazi da reinventare quasi si trattasse delle tele poste in un atelier. Con l’obiettivo di trasformare il cuore dell’Aquila in un museo a cielo aperto. Naturalmente e felicemente effimero, perché destinato – si spera al più presto! – ad essere smantellato per vivere nella memoria di chi lo ha visto crescere ogni giorno un passo alla volta.

Circa milleduecento le proposte arrivate sul tavolo della giuria, frutto del lavoro di trecento artisti in arrivo da ogni angolo del globo. Eterogeneo il profilo di quelli scelti per lavorare, dalle prossime settimane, nel cuore della Zona Rossa del capoluogo abruzzese: si passa dalla cipriota Elena Adamou alla iraniana Marijan Fahimi, per arrivare all’albanese Dritan Hyska e alla fitta schiera di autori italiani.

[nella foto: l’opera fotografica di Jacopo Pasqui per il progett OffSiteArt  ]