Da Paolo Fresu ad Alessio Bertallot, fino agli scatenati componenti della Fanfara Tirana: in Sardegna torna dal 9 agosto “Time in jazz”. Rassegna che lega alla musica l’arte contemporanea, con la mostra che vede protagonisti Franko B, Michael Fliri...
Provate voi a stare fermi, a non lasciarvi prendere dal ritmo di alcuni tra i più sensazionali interpreti della scena italiana e internazionale; provate, se ci riuscite, a rimanere al vostro posto, ancorati alla sedia, e a non balzare in… piedi . Questa la parola chiave che fa da eccentrico filo conduttore per la 27esima edizione del festival Time in Jazz : rassegna in scena in Sardegna, a Berchidda e dintorni (dal 9 al 16 agosto) e nella vicina Sassari (il 17 e 18).
Un appuntamento che vive della collaborazione con un sardo doc come Paolo Fresu (nella foto), e che richiama performer di enorme spessore, in arrivo da ogni angolo del globo. Come l’esplosiva brass band albanese Fanfara Tirana, qui in dialogo con i britannici Transglobal Underground; come il cubano Omar Sosa e l’etiope Mulatu Astatke, interpreti di una visione del jazz che sa sposare le diverse culture nazionali, diventando piattaforma per intriganti esperimenti nel campo della world music.
Tra le firme italiane ecco quella di Alessio Bertallot, uno dei più raffinati dj nostrani, ma anche quelle di Elina Duni e Fabrizio Bosso: quest’ultimo protagonista insieme ad Alberto Marsico e Alessandro Minetto con la performance dello Spiritual Trio. E a carattere performativo è anche il viaggio che Erri De Luca compie da Livorno a Golfo Aranci insieme a Ezio Bosso, curioso passaggio volto a raccogliere immagini e suggestioni da restituire al pubblico del festival.
Ma come si declina il tema del Piede scelto per rappresentare questa edizione? Con una mostra che invita artisti contemporanei da sempre attenti a trattare la dinamica poetica del corpo e della fisicità: tra loro Michael Fliri e Franko B, ma anche i vari Bruno Muzzolini, Luca Vitone, Regina José Galindo, Leonardo Pivi. Un parterre importante, per una esplorazione che trascende ovviamente il dato puramente anatomico e scientifico, camminando spedita nel terreno del concettuale.