Scozia contemporanea con l’Edinburgh Art Festival

21 Agosto 2014


Quaranta mostre in spazi pubblici e gallerie private, venticinque eventi speciali – tra performance, incontri, dibattiti, progetti in situ creati appositamente per l’occasione. Quella offerta dall’Edinburgh Art Festival, in scena nella capitale scozzese fino alla fine di agosto. Una finestra sui linguaggi del contemporaneo che amplia l’orizzonte del mitico Fringe, la più celebre rassegna di teatro sperimentale al mondo.

Cuore dell’iniziativa la Scottish National Gallery, che accoglie lo show sugli ultimi venticinque anni di arte in Scozia. Tra i nomi importanti, immancabile e imprescindibile, quello di Douglas Gordon, considerato a pieno titolo come uno dei più importanti videoartisti in attività; ma anche quello di Luke Fowler, già finalista del prestigioso Turner Prize.

Trasforma le tipicità e I cliché scozzesi, dal kilt alle cornsamuse passando per il rugby, in soggetti da smitizzare nel passaggio ad un immaginario figlio della Pop Art: fresco e divertente il progetto speciale che Craig Coulthard porta al Trinity Apse, che assume – in occasione dell’imminente referendum sull’indipendenza del Paese – un aspetto di inattesa profondità.

Cortocircuito culturale quello che Danie Mellor, tra i più interessanti artisti australiani del momento, porta invece al National Museum of Scotland, con delicati dipinti che esorcizzano i traumi del colonialismo; mentre il giovane Stuart McAdam invita il pubblico a camminate performative in stile Fluxus, puntando sulla forza della costruzione di rapporti di intima complicità tra chi fa arte e chi ne fruisce.