8 Settembre 2014
Una performance tra musica e arte contemporanea quella che William Kentridge inscena al Museo del Bargello. Sede dall’11 settembre del festival Firenze Suona Contemporanea, rassegna dedicata alle ultime novità dal mondo della classica
La musica classica? Tale di nome e di fatto, dunque superata: insomma vecchia. Firenze? Una città stupenda, ma schiacciata dal peso del proprio illustre passato: incapace cioè di guardare al futuro, di essere piattaforma per l’innovazione in campo culturale. Niente di più falso. Dà un calcio ai luoghi comuni la nuova edizione di Firenze Suona Contemporanea, festival che dall’11 settembre vede il capoluogo toscano diventare vetrina per nuovi linguaggi creativi.
La location, iconica, è quella del Museo Nazionale del Bargello: scrigno che custodisce opere tra le più famose del Rinascimento fiorentino, spazio che reinventa se stesso accogliendo nella sua corte personalità di rilievo assoluto. Su tutti, in occasione della serata di apertura, il grandissimo William Kentridge: c’è attesa per l’inedita performance dell’artista sudafricano, che torna a misurarsi con la musica colta dopo il successo delle sue recenti regie per la Scala di Milano.
Titola Scolpire il tempo il lavoro pensato da Kentridge per il Bargello. Dieci i corti animati – quattro dei quali realizzati ad hoc – proiettati ad accompagnare le partiture originali di Philip Miller, da sempre spalla dell’artista; interpretate per l’occasione dal pianoforte di Vincenzo Pasquariello e dalle voci di Ann Masina e dell’eclettica Joanna Dudley. Personalità di spicco nella scena del teatro musicale sperimentale.
Ricco il cartellone della rassegna, destinata a concludersi il prossimo 21 settembre. Ad esibirsi saranno infatti solisti ed ensemble di caratura internazionale: è il caso della London Sinfonietta, che nell’inconsueta formazione in quintetto propone una versione slim del The Riot di Richard Harvey; ma anche quello dell’Edison Studio, chiamato a musicare dal vivo un classico del cinema muto. Il leggendario Il gabinetto del Dottor Caligari di Robert Wiene.