Si affida al crowdfunding il progetto “Destination Hope”, mostra fotografica che a Roma racconterà tredici storie di ordinaria sopravvivenza, raccolte là dove il diritto alla salute è un’utopia. Nella certezza di portare un piccolo grande contributo.
Ci sono luoghi come il Nepal dove una semplice cataratta si traduce in condanna alla cecità. Ed altri, è il caso del Malawi, dove una donna incinta deve percorre a piedi centinaia di chilometri per poter ricevere assistenza. E poi c’è l’Italia: con le insormontabili barriere, architettoniche e burocratiche, che negano a molti malati terminali e disabili il più banale diritto alla dignità. Ci sono tredici storie di ordinaria sopravvivenza negli scatti, duri ma indispensabili, del progetto Destination Hope.
Sono i professionisti dell’agenzia Parallelozero a chiamare a raccolta il popolo della rete, attivando la campagna di crowdfunding che porterà all’allestimento di una mostra in programma – dal prossimo 25 settembre – nella nobile cornice di Palazzo Braschi, uno tra i tanti gioielli del centro storico di Roma. Un evento ospite dell’imminente Festival della Letteratura di Viaggio, un’occasione per riflettere insieme sulle incredibili disparità sociali che ancora gravano su ampie fasce della popolazione mondiale.
Centoventi gli scatti raccolti in tutto il globo da reporter come Alessandro Gandolfi e Sergio Ramazzotti – quest’ultimo protagonista su Sky Arte di uno dei ritratti della serie Fotografi – per una ricognizione emotiva che ha il merito di non cadere nelle secche della denuncia fine a se stessa. Ma propone piccole azioni virtuose di reazione. Invitando alla condivisione e alla diffusione dei temi che la mostra stessa affronta.
Accedendo al link https://www.produzionidalbasso.com/pdb_6169.html è possibile diventare sostenitori dell’evento, partecipando in modo anche minimo ai costi di produzione ed allestimento. In cambio la certezza di aver contribuito a squarciare il velo di indifferenza che avvolge e ammutolisce situazioni spesso insostenibili; ma anche, in misura ovviamente proporzionale all’impegno intrapreso, stampe e copie delle opere esposte.