Firenze, Palazzo Pitti: cento anni ad arte

29 Ottobre 2014


La rilevanza del passato più remoto, straordinaria eredità con cui Firenze da sempre, nel bene e nel male, si trova a fare i conti, non cancella la fascinazione per quello più recente. Anzi. È forse per una forma inconsapevole di assuefazione nei confronti dell’arte del Rinascimento, presenza totalizzante nel panorama culturale locale, che la città ha lanciato una matura azione di riscoperta della sua stagione moderna. Con l’apertura del Museo Novecento. E non solo.

Si apre in queste ore la mostra che celebra il primo secolo di vita della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, collezione costruita su un ricco corpus di opere acquisite – negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale – tra quante esposte alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma; raccolta implementata con il passare del tempo fino a creare una compiuta testimonianza di quanto sul piano artistico è accaduto in Italia tra la fine dell’Ottocento e la metà del secolo successivo.

Sono oltre cento le opere, solitamente non esposte nel percorso museale, a documentare fino al prossimo mese di marzo una fetta determinante della storia artistica del Bel paese; in un confronto diretto costante tra la scena locale e quella nazionale. Partendo da chi ha saputo essere protagonista di entrambe: come Marino Marini, di cui è esposta la straordinaria Il cieco ; o come Ottone Rosai.

Dalla rivoluzionaria tensione plastica con cui Medardo Rosso manipola l’illusione della luce e del movimento fino alla composta pittura di Felice Casorati, passando per il futurismo atipico di Gino Severini e la metafisica di De Chirico; per arrivare alla sofferta e cruda tavolozza di De Pisis. Una fotografia nitida di un periodo lungo e complesso, per una mostra che funziona come riuscito compendio di quasi un secolo di Storia dell’Arte.