Taglio gastronomico per la settima edizione del Festival dell’Illustrazione di Pavia, che parte dalle tipicità locali per un viaggio nel rapporto tra cibo e arte. Insieme a Marco Lodola, Grazia Nidasio, Plumcake...
La leggenda vuole che Francesco I, sconfitto malamente dalle truppe di Carlo V e costretto alla fuga, ripari stremato in una cascina a poca distanza dal campo di battaglia. E che lui, raffinatissimo re di Francia, si trovi nella condizione di mendicare alla padrona di casa qualcosa da mangiare. Già, ma cosa? La geniale contadina imbandisce la tavola con ciò che ha a portata di mano; la minestra del giorno prima – riscaldata! – allungata con uovo, formaggio e… a fare il resto è la fame del condottiero sconfitto, che trova in quel piatto umilissimo conforto per le proprie sventure.
La battaglia in questione è quella di Pavia, crocevia per le sorti dell’Europa del Cinquecento; e il piatto di cui parliamo è ovviamente la leggendaria zuppa alla pavese: su questo aneddoto, vicenda squisitamente locale che lega la città ai grandi fatti della Storia, si imposta la settima edizione del Festival dell’Illustrazione che apre i battenti, nel Castello Sforzesco del centro lombardo, venerdì 3 ottobre.
Un mese di mostre, incontri ed eventi per saggiare il rapporto tra cibo e illustrazione, con uno sguardo ai temi proposti da Expo 2015 e il recupero di sapori e tradizioni che diventano simbolo delle grandi specificità della cultura gastronomica italiana. Cuore dell’evento l’esposizione ad hoc che vede coinvolti alcuni tra i più grandi illustratori del Bel paese: partendo da Grazia Nidasio, mamma della mitica Stefi e arrivando a Cecilia Granata, tra i creativi invitati da Vittorio Sgarbi al Padiglione Italia nella Biennale di Venezia del 2011.
Anche l’arte contemporanea porta il proprio goloso contributo. Lo fa con Marco Lodola, che porta le tavole originali della collezione di tazzine che ha disegnato per illy ; e lo fa con il collettivo Plumcake – mai nome fu più azzeccato per una mostra dedicata al cibo! I loro termoformati hanno segnato il linguaggio artistico dei primi Anni Novanta, introducendo coloratissimi e giocosi segni di originalità.