Fotografia: Paul Strand in mostra a Philadelphia

3 Novembre 2014


Ha da poco messo le proprie mani su un fondo con tremila sue immagini, costituendo la più grande collezione al mondo di opere di Paul Strand, eccezionale cronista del Novecento. Un mondo narrato attraverso i suoi violenti contrasti, nell’incontro con comunità rurali sparse ovunque nel mondo e nell’indagine sul sottoproletariato; e poi ancora, grazie ad uno sguardo che indugia sul miraggio di città frenetiche, nel sogno di un benessere veramente alla portata di tutti.

Il Philadelphia Museum of Art, forte della recente acquisizione, offre al pubblico fino al prossimo gennaio la più grande retrospettiva mai organizzata in memoria del fotografo: viaggio imperdibile in un passato tanto recente quanto apparentemente – e dunque sorprendentemente – arcaico. Comincia a scattare un secolo fa, Strand, lavorando instancabilmente fino al momento della scomparsa, avvenuta nel 1976; senza mai smettere di sperimentare linguaggi narrativi che che non mancano di palesare accenti pittorici prima, cinematografici poi.

In mostra i primi lavori, con la seduzione per il paesaggio che presto lascia spazio ad un’indagine sulla figura umana densa di significati sociali, affiancandosi ad avveniristiche visioni nel campo di un’astrazione che per certi aspetti sembra alludere all’esperienza delle avanguardie storiche. E poi via, attraverso la New York degli Anni Venti, fino alla scelta di muoversi come battitore libero ovunque nel mondo, dal Messico al Ghana. Fino in Italia.

Esposti a Philadelphia anche i memorabili scatti del progetto che Strand compie, nel 1953, in quel di Luzzara. Siamo nella Valle del Po, con i ritratti della famiglia Luzzetti a diventare icona di un intero popolo, faccia sporca e smunta di una ricostruzione che presenta fortissime contraddizioni e tensioni sociali, ancora lontana dall’illusorio sfolgorio del Boom economico. Un neoralista a stelle e strisce, Strand: che dimostra con la propria duttilità di essere capace di entrare in perfetta armonia con quanto sceglie di raccontare attraverso l’immagine.

[nella foto: Paul Strand – Young Boy, Gondeville, Charente, France (1951); Philadelphia Museum of Art, dono del fondo Paul Strand © Estate of Paul Strand]