L’Orlando Furioso nell’arte contemporanea. In mostra a Reggio Emilia

7 Dicembre 2014


Fatta eccezione per Ulisse, eroe moderno per antonomasia, non esiste altro personaggio letterario del passato che ci appare così vicino, così intimamente amico, come Orlando. Il paladino senza macchia e senza paura, reso folle per amore e vinto dal turbinare delle passioni; ma poi coraggioso e determinato nel recuperare il senno perduto. Anche se ciò comporta galoppare fin sulla luna! Una figura leggendaria, cui da sempre il mondo dell’arte guarda con curiosità e interesse.

È in scena fino all’11 gennaio, nella cornice di Palazzo Magnani, la mostra che a Reggio Emilia ci racconta Orlando così come è stato visto da artisti, fotografi e illustratori attivi in Italia nell’ultimo mezzo secolo: un viaggio straordinario il loro, che restituisce l’immagine ricca e composita di una figura dal fascino inesauribile. Capace di suggestionare, nel passato, autori come Tiziano, Guido reni e Gustave Doré.

Tutto parte dalla ricca collezione di edizioni dell’Orlando Furioso  che la Biblioteca Panizzi e la Fondazione Manodori di Reggio (città natale di Ludovico Ariosto) conservano gelosamente: la loro esposizione accompagna le tavole dei vari Lorenzo Mattotti e Tullio Pericoli, Grazia Nidasio e Guido Crepax; ma anche gli scatti di grandissimi maestri della fotografia: come l’emiliano doc Luigi Ghirri (nella foto una sua immagine della casa di Ariosto), e poi Nino Migliori e Franco Vaccari.

Ricchissimo il repertorio di opere di arte contemporanea raccolte per l’occasione. Passando da grandi firme della Transavanguardia, come Mimmo Paladino e Sandro Chia, per arrivare attraverso la figurazione di Aligi Sassu ai vari Emilio Isgrò, Tino Stefanoni, Piero Pizzi Cannella, Concetto Pozzati, William Xerra. In un turbinare variopinto e caleidoscopico di immagini, nel rispetto della più lucida e fascinosa follia di Orlando. E del suo creatore.