Il prossimo album di Bob Dylan, in uscita il 3 febbraio, avrà una tracklist interamente costituita da brani cantati – almeno una volta – da Frank Sinatra.
Bob Dylan si appresta a pubblicare il 36º album della sua discografia, Shadows in the Night, in uscita il prossimo 3 febbraio. Per una volta, però, ha scelto di mettere da parte il suo ruolo di cantautore per reintepretare canzoni già eseguite in passato. Da un cantante in particolare, anzi dal cantante per eccellenza: Frank Sinatra, non a caso spesso soprannominato The Voice.
Già da qualche tempo, il cantautore statunitense è solito chiudere i suoi concerti con una cover di Stay With Me, incisa da Sinatra sul finire del 1963. Stesso anno della sua Blowin’ in the Wind, che nella scaletta dei live di Bob Dylan è il bis appena precedente. Proprio questa canzone è il nuovo singolo rilasciato come anticipazione dell’album tanto atteso, che segue Full Moon and Empty Arms – già resa disponibile in streaming nel maggio del 2014.
Ha destato non poche sorprese anche la peculiare strategia di promozione di questo disco già di per sé insolito. Dopo un trienniodi assoluto silenzio, infatti, Bob Dylan ha scelto di rilasciare la sua prima intervista… al bimestrale dell’Associazione dei pensionati americani, AARP Magazine. Non contento, ha scelto di regalare a 50mila dei suoi abbonati una copia dell’album, che nei prossimi giorni verrà loro recapitata direttamente nella cassetta delle lettere.
Un’iniziativa che – per quanto strampalata possa sembrare – non manca di strategicità: in fondo, una tracklist di 10 brani simili, passati alla storia innanzitutto per essere stati cantati da Sinatra, sarà apprezzata innanzitutto da un pubblico più maturo.
Le canzoni scelte da Dylan non appartengono in effetti al repertorio più celebre di The Voice. Si tratta per di più di ballate e cosiddette torch songs, dove a farla da padrone è l’amore non ricambiato, perduto o – nella migliore delle ipotesi – lontano.
Insomma, quello in uscita premette di essere un concept album pur se composto di cover, all’insegna della malinconia e di un ripensamento da parte di Bob Dylan su un certo genere di musica, in voga a cavallo tra i Cinquanta e i Sessanta, che lui per primo ha snobbato causticamente in una serie di dichiarazioni negli anni passati.
Più che cover, sul suo sito Dylan parla infatti del processo di “uncovering” di queste canzoni. Perché, in effetti, il cantautore in primis ha dovuto riscoprirle.