Quel che resta della classicità: le “vestiges” di Josef Koudelka

17 Gennaio 2015


Un’interpretazione artistica di ciò che resta di due culture antiche – quella greca e la successiva romana – sviluppatesi attorno al bacino del Mediterraneo. Un’area costiera su cui si affacciano ora venti diversi Paesi, in passato non divisi ma collegati dal Mare Nostrum, come veniva chiamato dagli stessi romani, a sottolinearne l’avvenuta unificazione sotto la loro egida.
Il progetto Vestiges, intrapreso oltre vent’anni fa, ha portato il fotografo Josef Koudelka – tra i più conosciuti membri della Magnum Photos – a percorrere l’intero perimetro costiero del Mediterraneo, sulle tracce (archeologiche) delle due società a cui si fa risalire la stessa civiltà occidentale.

Era forse dai tempi di Piranesi che nessun artista mostrava un’attenzione così meticolosa, nei confronti delle rovine della classicità. Così venivano definite sul finire del Settecento, mentre il progetto di Koudelka preferisce chiamarle Vestiges, vestigia. L’intento del report non è meramente documentario: senza lasciarsi prendere dalla malinconia che suggestionava lo sguardo dei romantici, vuole comunque restituire a questi luoghi dignità e bellezza – se non quella originaria, allora il fascino che la storia ha conferito loro. Uno sforzo di così ampia portata può essere sostenuto, infatti, solo da un’autentica volontà di comprensione, di riappropriarsi di un’eredità fondamentale a capire il mondo di oggi, prima che ce ne sfugga definitivamente il senso.

Fino al prossimo 3 maggio, grazie alla mostra Josef Koudelka – Vestiges 1991-2014, anche il pubblico italiano può usufruire di questa documentazione fotografica delle nostre origini storiche, forse la più estesa mai realizzata. Sono esposte a Forte di Bard oltre sessanta fotografie, di cui 22 panoramiche dal formato imponente. L’allestimento, disponendo le immagini nelle sale delle Cannoniere della fortezza, suggerisce già l’idea del percorso – fisico e metaforico – alla scoperta dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo: il Tempo di Delfi, il Foro Romano e la via Appia a Roma, il Tempio di Apollo in Turchia, le tombe di Petra in Giordania e via dicendo, lungo un cammino che risale alla notte della nostra società.

Anche la Valle d’Aosta è contemplata all’interno della serie Vestiges, in seguito alla proposta rivolta a Koudelka da Forte di Bard: realizzare uno shooting per documentare le vestigia romane presenti nella regione alpina. Sono così diventate parte del progetto due nuove immagini; la prima scattata lungo l’antica Via delle Gallie, la seconda al Teatro Romano di Aosta.