Presentato da Urban Capital all'Interior Design Show di Toronto a fine gennaio, Cubitat è un innovativo habitat modulare: progettato dal designer italiano Luca Nichetto, condensa sui lati di un enorme cubo tutte le funzioni primarie a cui un ambiente domestico deve assolvere.
Come conciliare tante necessità in poco spazio? È il rovello di qualsiasi abitante di un’area altamente urbanizzata, che si tratti di New York o Tokyo: nelle metropoli di tutto il mondo, la domanda e i prezzi degli immobili sono alti e gli appezzamenti su cui edificare sempre meno. Ci si stringe in poche stanze, spesso un monolocale, razionalizzando scaffali e armadi con un’efficienza da far invidia a qualsiasi progettista del Bauhaus.
La citazione non è casuale, perché Cubitat fa tesoro dei fondamenti del movimento moderno: l’analisi dei bisogni come promessa al progetto, l’applicazione dei processi industriali al design d’interni, la modularità di forme e soluzioni per garantire flessibilità nell’utilizzo.
Poi, Luca Nichetto ci ha messo del suo, quello spirito garbatamente ludico che è proprio dei suoi prodotti più sperimentali. E Cubitat non fa eccezione, con quel suo aspetto da Cubo di Rubik gigante.
Rispetto al summenzionato gioco, a fare la differenza è il fine: non che il design debba essere per forza serioso, ma di certo deve semplificarci la vita e non complicarla. Cubitat si propone di fare esattamente questo, condensando in un cubo-habitat tutte le funzioni primarie a cui un ambiente domestico deve assolvere. Per lasciare spazio – il poco, prezioso spazio disponibile in un tipico appartamento di città – al comfort e al relax, o a qualunque altra necessità di vita dell’inquilino.
Cubitat non è una casa, ma si può definire come un’architettura nella casa, un misto di interior design e design di prodotto. Di più, porta in questi ambiti un approccio tipico dell’ingegneria informatica: l’aggregazione di strumenti e “device” plug and play.
Su ogni lato di Cubitat è infatti installato un ambiente di servizio: bagno, cucina, camera da letto, guardaroba. Lo stesso “cubo” è personalizzabile dal futuro utente, che può imprimere il proprio tocco (digitale) al suo Cubitat tramite un tool di progettazione online, prima di procedere all’ordine e metterlo in produzione.