La Secessione viennese di inizio Novecento è al centro di una grande mostra alla Pinacothèque di Parigi. Particolare attenzione viene rivolta al rapporto del movimento con stimoli creativi esterni, provenienti dalla stessa Francia.
Klimt e il suo tempo. La Secessione viennese è una grande mostra, aperta alla Pinacothèque di Parigi fino al prossimo 12 giugno, capace di rappresentare tutta l’evoluzione delle arti – non solo la pittura, ma anche quelle applicate – nella Vienna di fine Ottocento, fino al sopraggiungere dell’espressionismo e dell’arte contemporanea propriamente detta.
Al centro della retrospettiva, la carriera di Gustav Klimt scandisce le tappe di tutto il movimento secessionista. Dell’autore è infatti esposta una selezione di opere che vanno dai primi studi accademici, fino ai capolavori del cosiddetto periodo d’oro, caratterizzato appunto da un’opulenza decorativa che ricorre spesso e volentieri alla lamina del pregiato materiale.
Alla maturità stilistica del pittore viennese appartengono Judith I, del 1901, e il monumentale Fregio di Beethoven (nell’immagine di apertura), presentato per la prima volta in Francia in una ricostruzione a grandezza naturale. La rassegna è corredata inoltre da documenti sulla vita dello stesso pittore e della sua famiglia, con particolare riferimento ai fratelli Ernst e Georg: artisti anch’essi, Gustav si trovò spesso a collaborare con loro.
Trovandoci in terra francese, la mostra presta un’attenzione nuova al rapporto della Secessione Viennese con Parigi e l’Art Nouveau propriamente detta, le cui suggestioni accomunarono artisti come Carl Schuch, Tina Blau, Theodor Hörmann, Josef Engelhart e Max Kurzweil. L’importante esperienza francese, efficacemente rappresentata in mostra da opere appartenenti al Belvedere e a collezionisti privati, costituì un fertile terreno per l’evoluzione del movimento secessionista. La rassegna prosegue con i capolavori della Secessione, dell’avanguardia austriaca e con le prime opere di Egon Schiele e Oskar Kokoschka.
A completare il quadro, oltre ai primi lavori dell’avanguardia austriaca e a quelli di Egon Schiele e Oskar Kokoschka, una sezione della mostra è dedicata alla fioritura delle arti applicate a Vienna. Gli oggetti sono accompagnati da una ricca documentazione storica, a testimoniare gli esordi e l’evoluzione dei grandi artisti e architetti dell’epoca, quali Adolf Loos e Josef Hoffmann.