Londra: fa discutere il monumento equestre realizzato da Hans Haacke per il Fourth Plinth, installato sul basamento vacante di Trafalgar Square lo scorso 5 marzo.
A caval donato non si guarda in bocca, ma nel caso del Gift Horse di Hans Haacke non c’è alcun bisogno di controlli approfonditi: all’equino rappresentato dalla statua si contano le ossa, letteralmente. La scultura è stata installata sul Fourth Plinth di Trafalgar Square, lo scorso 5 marzo.
150 anni fa, il basamento doveva in effetti ospitare un monumento equestre raffigurante Guglielmo IV, ma per mancanza di fondi il progetto non fu mai portato a compimento. Il posto vacante sul “quarto plinto” è diventato quindi l’occasione, in anni recenti, per ospitare interventi temporanei firmati da artisti internazionali, selezionati tramite un concorso periodico.
Quello di Haacke è però un monumento equestre anomalo, in quanto riproduce soltanto lo scheletro di un cavallo. Niente cavaliere, e neppure muscoli e manto sono rimasti alla povera bestia; è poco definirla malnutrita – come si legge sulla stampa britannica.
Garbato tocco finale alla provocazione, l’artista tedesco – ma residente negli Stati Uniti – ha provvisto la statua di un semplice nastro sull’anteriore rialzato del cavallo. Costituito da LED, sul fiocco è possibile leggere in tempo reale l’andamento delle azioni sulla Borsa di Londra.
Molti hanno intepretato l’opera come una condanna del mondo della finanza, alla luce delle politiche di austerity promosse in Europa a causa dell’ultima recessione. A tal proposito, Haacke ha dichiarato di aver risposto con la sua opera a una teoria dell’economista settecentesco Adam Smith, citata spesso in anni recenti: secondo quest’ultimo, colui che persegue i propri interessi arreca beneficio anche alla società, “spinto da una mano invisibile a promuovere un fine che non era stato previsto dalle sue intenzioni”.
Il monumento sarebbe quindi un invito a riflettere sugli effetti sociali del mercato, ha spiegato Haacke al maggiore quotidiano britannico, il Guardian. L’artista rifiuta comunque di fornire un’intepretazione univoca della statua: “Stimola paragoni, ma non voglio stabilire io secondo quali linee queste connessioni vanno fatte”.