Il dipinto cubista La Coiffeuse, realizzato da Pablo Picasso del 1911, è stato ritrovato a dicembre dopo che se n'erano perse le tracce per oltre dieci anni. L'ha scoperto la dogana statunitense, ispezionando un pacco inviato dal Belgio che conteneva – in teoria – un regalo di Natale del valore dichiarato di 37 dollari.
Il pacco doveva contenere un giocattolo o un oggetto d’artigianato; uno di quei regali che a dicembre si spediscono da un continente all’altro per augurare a qualche affetto lontano “Buon Natale”, come recitava appunto una nota nella bolla di spedizione. Peccato che il “regalo”, in realtà, valesse un po’ più dei 37 dollari dichiarati: circa due milioni e mezzo di dollari in più, ecco.
Tanto è stato valutato nel 2001 il dipinto La Coiffeuse di Pablo Picasso, realizzato dal pittore spagnolo nel 1911 e quindi annoverato tra i suoi capolavori del cubismo analitico. È stato ri-scoperto dalla dogana statunitense lo scorso dicembre, proprio ispezionando quel pacco dall’apparenza innocente di cui abbiamo appena parlato.
In quel maledetto 2001, il Centre Pompidou aveva annunciato non soltanto la stima economica del dipinto, ma soprattutto di averne perso le tracce: richiesto in prestito per una mostra temporanea in altra sede, lo staff del museo aveva inutilmente cercato di rintracciare la tela nei propri depositi. Era scomparso, e si temeva lo fosse per sempre. Perché, per quanto vasta sia la collezione del Pompidou, le opere d’arte tendono a non perdersi quanto, purtroppo, a essere rubate.
Ne sanno qualcosa gli spettatori di Sky Arte HD, grazie al programma I predatori dell’arte perduta. Questo episodio contiene in effetti tutti gli elementi per entrare di diritto nella serie televisiva, come storia a lieto fine.
Uscito illeso da una spedizione area dal Belgio agli Stati Uniti con un “normale” corriere internazionale, senza tutti gli accorgimenti impiegati nel trasporto ufficiale delle opere d’arte, il dipinto di Picasso è stato conosciuto e sequestrato il 17 dicembre dagli ispettori del Porto di Newark, forse insospettiti dalla destinazione finale del “regalo”. Il pacco doveva raggiungere infatti un deposito particolare, dotato di controllo climatico: un’accortezza eccessiva, per un oggetto di poco conto.
I curatori del Centre Pompidou, la Francia e il mondo della cultura tutto non smetteranno mai di ringraziare il mittente – per ora chiamato solo Robert – per questa incredibile svista che ha permesso di recuperare il tesoro perduto.