Le intense cromie di Grisha Bruskin animano le sale della Fondazione Querini Stampalia, con una mostra densa di riferimenti alla tradizione, come pure di aperture alla contemporaneità
Una delle più prestigiose istituzioni veneziane accoglie, fino al prossimo 13 settembre, Grisha Bruskin. Alefbet: alfabeto della memoria, una straordinaria mostra monografica intitolata al poliedrico artista moscovita. Con un allestimento d’impatto negli ambienti della Fondazione Querini Stampalia, la mostra presenta la traduzione in opera d’arte della lunga ricerca individuale condotta da Grisha Bruskin.
Alla scoperta delle proprie radici dimenticate, l’artista intraprende un viaggio affascinante nelle profondità di una memoria – individuale e collettiva – che ha sede nell’ebraismo e si traduce in un ricco alfabeto visivo: l’Alefbet, appunto.
Composto di 160 personaggi, tra l’umano e il fantastico, il linguaggio di Bruskin trova una sintesi nell’eccezionale ciclo di cinque grandi arazzi, alti quasi tre metri, allestiti fianco a fianco come strumento interpretativo di una complessa tradizione millenaria.
Invitando il pubblico a interagire con il proprio alfabeto, l’artista entra in relazione diretta con lo spettatore grazie all’utilizzo di strumenti high tech come touch screen e ologrammi in scala reale. Così facendo, Bruskin testimonia la forte componente umana, rituale ed emotiva racchiusa nel gesto della comunicazione, per quanto ferreo possa essere il suo codice.