In prossimità della 56esima Biennale d'Arte, i Musei Civici di Venezia inaugurano una grande retrospettiva su uno dei più significativi movimenti artistici della Germania.
Inaugurerà venerdì primo maggio, la grandiosa mostra Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar 1919-1933, dedicata dal Museo Correr veneziano alla tendenza che animò lo scenario artistico tedesco tra la fine della prima guerra mondiale e l’ascesa del nazismo.
Organizzata dal Los Angeles County Museum of Art (LACMA), l’esposizione sarà ospitata a Venezia fino al 30 agosto, per poi trasferirsi negli Stati Uniti per il prossimo autunno.
Curata da Stephanie Barron, capo-curatrice della sezione di Arte Moderna al LACMA, con il supporto di Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici Veneziani, l’esposizione porterà in Laguna circa 140 opere tra dipinti, fotografie, incisioni e disegni, realizzate da oltre 40 artisti. Accanto agli autori più famosi come Otto Dix, Christian Schad, George Grosz e Max Beckmann, compariranno interessanti personalità poco conosciute, tra cui Hans Finsle, Georg Schrimpf e Carl Grossberg.
L’obiettivo della rassegna è far luce sui 14 anni della Repubblica di Weimar, dal 1919 al 1933, durante i quali gli artisti tedeschi si confrontano con le devastanti conseguenze del primo conflitto mondiale – dalla disoccupazione al divario tra mondo industriale e scenario rurale, fino alla crescente disumanizzazione della società. Costruita attorno a cinque nuclei tematici, la mostra evidenzia il realismo disincantato degli artisti appartenenti alla Nuova Oggettività.
Lontani dalle esuberanze espressioniste, i membri di questo movimento non programmatico formano un gruppo eterogeneo, accomunato dallo scetticismo verso la società tedesca e dal desiderio di raffigurarla attraverso un linguaggio artistico sobrio e oggettivo. Anche la scelta dei soggetti rispecchia tale intento, con un ritorno al ritratto e agli oggetti di uso quotidiano.