Il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma apre alla consultazione il suo prezioso archivio e si propone come centro studi e museo della ricerca artistica e progettuale italiana, con opere dagli inizi del Novecento.
Da sabato 23 maggio, il CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione ha aperto le porte al pubblico. Nell’Abbazia di Valserena di Parma, sarà finalmente consultabile un patrimonio unico che comprende 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo.
Oltre che archivio, il CSAC è anche un museo e un centro di ricerca e didattica che sarà a disposizione di studenti, ricercatori e laureandi. Sarà, inoltre, potenziata l’offerta di seminari, workshop e tirocini, l’attività di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi, oltre che le operazioni di prestito e supporto a esposizioni in altri musei.
Nel museo del CSAC è stata esposta una collezione permanente di circa 600 opere e progetti suddivisi tra arte, moda, fotografia, design, architettura e pubblicità. Qualche nome? Si potranno ammirare lavori di Lucio Fontana, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Nizzoli e Bellini per Olivetti, Man Ray e Luigi Ghirri.
Chiude il percorso espositivo la mostra monografica dedicata alla cultura figurativa e progettuale degli anni Sessanta e Settanta, con opere di artisti come Luciano Fabro, Emilio Isgrò, Enzo Mari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Ettore Sottsass ed Emilio Tadini (nell’immagine in apertura, l’opera Museo dell’uomo, donne che corrono in riva al mare, 1974, acrilico su tela, cm 261×400).