Il duo di artisti coreani Moon Kyungwon e Jeon Joonho porta alla Biennale di Venezia un progetto ambizioso: usare l’arte per narrare il desiderio umano di abbattere i propri limiti.
Nel variegato universo dei padiglioni nazionali ospitati dai Giardini della Biennale d’Arte appena inaugurata a Venezia, spicca quello della Corea con il progetto The Ways of Folding Space & Flying, realizzato da Moon Kyungwon & Jeon Joonho e curato da Sook-Kyung Lee.
Fino al 22 novembre, l’installazione cinematografica multicanale proposta dal duo artistico stupirà il pubblico, sia sul piano estetico sia dal punto di vista concettuale.
Il video, della durata di circa dieci minuti, occupa l’intero spazio del padiglione grazie a un rigoroso allestimento giocato sull’alternanza di stimoli visivi. Le immagini che scorrono sugli schermi suggeriscono l’idea di una ricerca archeologica a ritroso nell’ambito della civiltà umana: a partire da ipotetici scenari futuri, la narrazione ripercorre il passato dell’umanità attraverso il filtro dell’arte.
Il titolo stesso dell’opera richiama due parole coreane il cui significato affonda anche nella pratica Taoista. Chukjibeop allude a un ipotetico metodo di ridurre le distanze percorrendo grandi estensioni in breve tempo, mentre Bihaengsul evoca l’atavico desiderio umano di spiccare il volo.
Capisaldi della meditazione, queste due volontà rappresentano la spinta, connaturata all’uomo, di abbattere le barriere fisiche e percepite attorno a lui, trasformando il contesto che lo circonda.
L’arte può essere un utile sostegno in questo tentativo e i due artisti coreani ne sfruttano le potenzialità in un’opera affascinante. Fin dal 2012 Kyungwon e Joonho sono impegnati nel work in progress News from Nowhere, una piattaforma interdisciplinare e transnazionale che mira a interrogare esperti di diversi settori sulla funzione e il significato dell’arte.
L’installazione ideata per la Biennale di Venezia conferma la fiducia del duo nel potere della creatività.