La controversa artista inglese stupisce la Capitale con una selezione di opere recenti. Tra dipinti, sculture e neon, la mostra è una profonda riflessione sull’intimità della stessa autrice.
La Galleria Lorcan O’Neill di Roma presenta, fino al 5 settembre, una straordinaria mostra monografica dedicata a una delle artiste più significative del panorama contemporaneo. I recenti esiti della produzione creativa di Tracey Emin confluiscono in Waiting To Love, che alterna, negli spazi espositivi della capitale, una selezione di sculture, dipinti inediti e nuovi lavori su carta.
La poetica di Tracey Emin, spesso cruda e provocatoria, rivela da sempre un’attenzione particolare agli aspetti più intimi della dimensione corporea, concentrandosi specialmente sulla nudità femminile. Giocando sul labile confine della pornografia, l’esplicita sincerità della Emin si riflette in opere intime ed essenziali, lontane dal semplice voyeurismo.
Waiting To Love è costruita attorno alle tre grandi tele realizzate appositamente per l’occasione, a riprova di un avvicinamento dell’artista alla tecnica pittorica dopo una lunga pausa. La triade di opere, dai titoli didascalici e carichi di senso come Insomnia e I said No, è il frutto di un continuo rimaneggiamento dell’immagine sulla tela attraverso un processo di distruzione e stratificazione, tipico dell’artista.
Le luci e le ombre dei bronzi in bassorilievo, l’intrico dei ricami e gli ossessivi Selfie tratteggiati a gouache affiancano i dipinti nella definizione di una mostra intensa e coerente con l’approccio artistico dimostrato dalla Emin nel corso della sua carriera.
Dopo aver vinto il Turner Prize nel 1999 con My Bed, l’installazione del proprio letto disfatto, testimone di due settimane di crisi e dissolutezza, Tracey Emin ha recentemente ottenuto la consacrazione mondiale con il riallestimento di My Bed alla Tate Britain di Londra, accanto a Francis Bacon.