Sino al 29 novembre, al Museo Nazionale del Cinema di Torino si celebra la grandiosa stagione del neorealismo italiano. Con una speciale rassegna cinematografica al Cinema Massimo.
Nel 1945, Roma città aperta (nell’immagine in apertura) di Roberto Rossellini apriva la grandiosa stagione del neorealismo italiano. A settant’anni di distanza da quella data, il Museo Nazionale del Cinema di Torino rievoca gli anni d’oro di una vera e propria era per la produzione cinematografica nazionale, con la mostra Cinema neorealista. Lo splendore del vero nell’Italia del dopoguerra.
L’esposizione ripercorre le tappe più significative della storia del movimento neorealista e di quei film che, fedeli alla realtà quotidiana, hanno raccontato nel mondo l’Italia dei lavoratori e delle classi disagiate, le miserie e le speranze del paese, alla fine del secondo conflitto mondiale.
La mostra si dispiega nelle sale della Mole Antonelliana, tra fotogrammi e sequenze di film storici, documenti, manifesti, materiali pubblicitari, testi e sceneggiature originali, frammenti d’interviste, note di produzione, lettere e dichiarazioni.
L’esposizione segue uno sviluppo cronologico: dagli anni Trenta e Quaranta, in cui si rintracciano diverse esperienze anticipatrici, agli anni centrali del Neorealismo di Rossellini, Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Alberto Lattuada, Giuseppe De Santis e Carlo Lizzani; sino ai giorni nostri e all’eredità neorealista, rintracciabile in numerosi autori del cinema contemporaneo.
In concomitanza con la mostra, al Cinema Massimo una rassegna cinematografica ripropone i film più importanti del periodo abbinati a opere successive, non solo italiane, che si sono dichiaratamente ispirate all’estetica e alle opere degli autori nostrani del dopoguerra.