Il MoMA di New York presenta il monumentale archivio fotografico di Zoe Leonard: 412 fotografie analogiche che documentano l’evoluzione del paesaggio urbano e la globalizzazione, dal 1998 al 2009.
Dal 27 giugno al 30 agosto, al secondo piano del MoMA di New York sarà esposta al pubblico Analogue, l’imponente installazione fotografica di Zoe Leonard, acquisita dal museo americano nel 2013.
412 fotografie – a colori e in bianco e nero, scattate con una vecchia Rolleiflex degli anni Quaranta – tracciano l’evoluzione del paesaggio urbano nel corso di un decennio, dal 1998 al 2009: dalla progressiva scomparsa dei piccoli store indipendenti e a conduzione familiare, lo scenario si indirizza sempre più verso la globalizzazione del mercato e l’invasione della grande distribuzione ai quattro angoli del mondo.
Al confine tra fotografia concettuale e documentaria, l’installazione si presenta come un grande archivio visivo. Gli scatti sono disposti all’interno di una griglia seriale e organizzati in 25 capitoli; la cronostoria delle mutazioni urbane parte dalle prime fotografie fatte nel quartiere di Zoe Leonard, nel Lower East Side di New York, sino a quelle che documentano la circolazione di merci riciclate tra l’Europa dell’Est, l’Africa, Cuba e il Messico.
La curatrice della mostra, Roxana Marcoci, descrive così l’opera: “Analogue è una testimonianza urgente e un’allegoria poetica della globalizzazione e della spinta verso l’innovazione tecnologica, che rivela lo spostamento di beni e il processo di omologazione di luoghi geografici diversi, nel XXI secolo.”