La famosa Avanguardia italiana va in scena negli spazi milanesi della Galleria Carla Sozzani. Protagonista il rapporto imprescindibile tra poetica futurista e mezzo fotografico.
In occasione del suo venticinquesimo anniversario, la prestigiosa Galleria Carla Sozzani di Corso Como porta a Milano la Fotografia Futurista, in una mostra omonima a cura di Giovanni Lista. L’esposizione, che aprirà al pubblico giovedì 11 giugno, propone una corposa panoramica sul legame tra Futurismo e fotografia, inteso come caratteristica peculiare del movimento avanguardistico italiano.
Fino al prossimo primo novembre, la rassegna indagherà infatti il ruolo svolto dalla fotografia nella trascrizione futurista della realtà; l’indagine viene condotta attraverso oltre cento scatti, provenienti da collezioni private e da fondi storici nazionali come i Fratelli Alinari, il Museo del Cinema e di Fotografia di Torino, il Gabinetto Fotografico Nazionale di Roma e gli archivi del MART di Trento e Rovereto.
Lo slancio creativo verso il futuro e la volontà di radere al suolo il concetto di mimesi – tipici dell’Avanguardia promossa da Marinetti – ricorrono nelle quattro sezioni in cui è organizzata la mostra, che raccoglie 31 autori dai primi del Novecento fino alla fine degli anni Quaranta.
La cosiddetta fotografia spiritica, spesso volutamente ludica, svela l’artificio dello scatto grazie ai fotomontaggi e ai raddoppiamenti cari a Boccioni, mentre il fotodinamismo dei fratelli Bragaglia condensa in uno scatto tutta l’energia del movimento.
Il fotoritratto, protagonista della terza sezione della rassegna, è l’espediente usato dai Futuristi per combattere la tradizionale passività dello scatto, ritraendo se stessi in modo autoironico con la tecnica della foto-performance.
Chiude la mostra un focus sulle ricerche condotte dagli esponenti del Futurismo negli anni Venti e Trenta, in linea con le principali Avanguardie europee, nel campo del foto-collage, del teatrino d’ombre e delle simbologie magiche, estranei all’imperante cultura fascista.
[Immagine in apertura: Italo Bertoglio, Velocità, particolare, 1930. Fondo Italo Bertoglio, Torino]