Sino al 2 novembre, a San Gimignano una piccola esposizione ruota attorno all’Annunciazione di Filippino Lippi. Per valorizzare il ruolo culturale e politico della città nel tardo Quattrocento.
Nella Pinacoteca di San Gimignano si riscopre la pittura fiorentina del tardo Quattrocento nella figura di Filippino Lippi. Il focus della piccola mostra curata da Alessandro Cecchi, e tutta dedicata all’artista che compì il suo apprendistato nella bottega di Botticelli, è l’Annunciazione che gli fu commissionata nel 1482 dai Priori e Capitani della fazione guelfa per il Palazzo Comunale di San Gimignano, sede del governo cittadino.
Per la Sala dell’Udienza dei Signori, Filippino Lippi concepì due tondi distinti raffiguranti l’Angelo Annunziante e la Beata Vergine Maria. Le cornici furono realizzate intorno al 1490 da Antonio da Colle, un artigiano a cui si attribuiscono anche il pulpito e il coro ligneo della Collegiata di San Gimignano. In occasione della mostra, le cornici in legno dipinto sono state restaurate, riportando agli antichi splendori la decorazione a intaglio di foglie di quercia e alloro con ghiande e bacche.
La mostra presenta anche i documenti storici relativi alla commissione dell’Annunciazione, provenienti dall’archivio Storico Comunale di San Gimignano, che testimoniano l’importanza politica del centro nel XV secolo e la sua vivacità culturale. La città era “meta di artisti tra i più famosi del Rinascimento (…) come Benozzo Gozzoli, Piero del Pollaiolo, Giuliano e Benedetto da Maiano, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi, portatori di nuovi stilemi e di un cambio di cultura“, si legge nel catalogo della mostra, edito da Giunti.
[Immagine in apertura: Filippino Lippi, Studi per la figura di un Santo inginocchiato con un pastorale e per una figura in piedi con turbante. Punta metallica, con lumeggiature di biacca su carta preparata in colore grigio, mm 239 x 248. Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi]