È il Museo MAN di Nuoro la prima istituzione italiana a dedicare una mostra a Vivian Maier, bambinaia di professione e street photographer nel tempo libero. Con una selezione del suo vasto archivio, scoperto per caso nel 2007.
Dal 10 luglio al 18 ottobre, al Museo MAN di Nuoro si scopre Vivian Maier, la bambinaia che amava passare il tempo libero a fotografare la vita nelle strade di New York e Chicago, dagli anni Cinquanta in poi. Della sua storia e del suo lavoro di street photography non si conosceva nulla sino a poco tempo fa, quando in una casa d’aste americana è venuto alla luce un prezioso archivio di 150 milioni di negativi, pellicole non sviluppate, stampe, film in super 8 o 16 millimetri, registrazioni e appunti.
Il MAN è la prima istituzione pubblica italiana a dedicarle una retrospettiva. In collaborazione con diChroma Photography, la mostra presenta una curata selezione dell’archivio – scoperto dal giornalista John Maloof nel 2007 – che offre una visione d’insieme della vasta produzione di Vivian Maier.
Il percorso espositivo si compone di 120 fotografie, scattate con la Rolleiflex tra i primi anni Cinquanta e la fine dei Sessanta, assieme a una serie di dieci filmati in super 8, caratterizzati dalla staticità dell’inquadratura e dall’assenza di un tessuto narrativo.
In mostra ci sono poi gli scatti a colori degli anni Settanta, che testimoniano il passaggio alla Leica, e una serie di provini a contatto, mai esposti in precedenza, utili per comprendere i processi di visione e sviluppo della fotografa americana.