La celebre artista americana approda nella capitale sabauda con una mostra dedicata ai suoi primi passi nel mondo della fotografia. Che già anticipavano un successo planetario.
La Galleria Guido Costa Projects, nel cuore di Torino, dà appuntamento agli appassionati della fotografia intima e trasgressiva di Nan Goldin con l’omonima mostra intitolata all’artista statunitense. Fino al 12 settembre sarà esposta una selezione, a tratti inedita, dei cicli fotografici realizzati dalla Goldin prima di iniziare la scalata alla fama internazionale.
Frutto di una lunga collaborazione tra la fotografa e la galleria ospite, la mostra torinese inaugura un ampio progetto di approfondimento degli aspetti più segreti della carriera dell’artista, che si strutturerà in un calendario di eventi espositivi diluiti nel tempo. La rassegna in corso presenta al pubblico una quarantina di scatti raccolti negli archivi newyorkesi della Goldin e realizzati nei suoi anni a Boston – dal 1970 al 1974.
Cruciali per la sua poetica, queste istantanee gettano le basi per lo sviluppo della celeberrima serie Ballad of Sexual Dependency – intenso progetto ideato a quasi un decennio di distanza sullo sfondo di una New York cruda e notturna – ma anche dei lavori poi parzialmente confluiti in alcuni volumi degli anni Novanta, come The Other Side e Double Life, quest’ultimo in collaborazione con l’amico David Armstrong.
Molti degli scatti in bianco e nero e a colori presenti in mostra sono rimasti fino ad oggi inediti, mantenendo intatto il valore privato e intimo che la rassegna vuole mettere in luce. Spesso sviluppate e stampate dall’artista in un numero limitato di copie, talvolta in un unico esemplare, le immagini anticipano le future evoluzioni della tecnica e del metodo di Nan Goldin, racchiudendo già tutta la forza di uno stile inimitabile.