Ultimi giorni per visitare l’intensa mostra fotografica allestita nella città statunitense. Protagonista il tragico terremoto che ha travolto il Giappone nel 2011 e i suoi eloquenti effetti, documentati da autori che hanno vissuto il dramma in prima persona.
Sono trascorsi quattro anni dall’incredibile disastro ambientale e umano che ha colpito il Giappone. Era l’11 marzo 2011, quando il Paese fu colpito da un terremoto di magnitudo 9, eppure l’eco di quella sciagura risuona ancora nell’aria. È per questo che il Museum of Fine Arts di Boston ha dedicato alla vicenda una mostra toccante, basata sugli scatti dei fotografi che hanno voluto immortalare gli esiti del drammatico evento e la paziente rinascita di tutta una nazione.
In the Wake. Japanese Photographers Respond to 3/11 è l’emblematico titolo della rassegna ospitata ancora questa settimana – fino al 12 luglio – nelle sale del museo americano. Le conseguenze del devastante terremoto e del muro d’acqua che ha travolto anche la centrale nucleare di Fukushima sono diventate i soggetti delle immagini scattate dai 17 fotografi in mostra. Per la prima volta, la storia di questa tragedia recente fa il suo ingresso in un’istituzione mondiale attraverso la fotografia.
Suddivisa in due sezioni – la prima incentrata sul terremoto e lo tsunami, la seconda sul disastro di Fukushima – l’esposizione raccoglie una serie di scatti firmati da alcuni tra i più famosi autori giapponesi, come Naoya Hatakeyama e Nobuyoshi Araki, e da personalità emergenti del panorama artistico contemporaneo, accomunati dall’urgenza di usare l’arte per raccontare una tragedia difficilmente narrabile, trovando nella fotografia innanzitutto un modo per reagire.
La peculiare sensibilità giapponese nel ritrarre il profondo – e a volte ostile – rapporto tra uomo e natura si riflette anche nel leggendario stile di Katsushika Hokusai, in mostra nel medesimo museo di Boston fino al 5 agosto. La sua celeberrima Grande onda di Kanagawa datata 1830-31, sebbene non coincida con l’iconografia di uno tsunami, finisce col richiamare alla mente le immagini fin troppo recenti di un oceano in balia di forze naturali incontrollabili.
[Immagine in apertura: Lieko Shiga, Rasen kaigan (Spiral Shore), 46, 2011, dalla serie Rasen kaigan (Spiral Shore), 2011. © Lieko Shiga]