Una grande mostra al Vittoriale degli Italiani approfondisce l’essenziale legame tra il Vate e l’arte scultorea. Sulle orme di un’epoca complessa, tra storia, letteratura e passione per le arti.
Il calendario di Expo Belle Arti, rassegna promossa dalla Regione Lombardia a corollario del grande appuntamento milanese con l’Esposizione Universale, si arricchisce di un’originale iniziativa: è Gli scultori di D’Annunzio. Anima e Materia, l’esposizione da poco inaugurata al Vittoriale degli Italiani, ultima residenza del celebre poeta, sullo sponde di Gardone Riviera.
Curata da Vittorio Sgarbi e Alfonso Panzetta, la mostra – aperta fino al prossimo 31 ottobre – offre al pubblico un intrigante colpo d’occhio su un legame poco indagato eppure fondamentale, quello tra Gabriele D’Annunzio e la scultura.
Nonostante sia storicamente nota la passione del Vate per le arti figurative – dimostrata dal suo acuto interesse per il collezionismo e per la scena creativa dell’epoca – l’attenzione del poeta verso le discipline plastiche è a lungo rimasta inesplorata.
Le oltre 80 opere presenti in mostra, provenienti da numerosi musei italiani e collezioni private, testimoniano la vivacità del rapporto tra D’Annunzio e gli scultori del suo tempo. Allestite nel suggestivo contesto del Vittoriale degli Italiani, dimora del poeta dall’inizio degli anni Venti fino alla sua morte nel 1938, le sculture esposte esaltano i capolavori normalmente custoditi nelle storiche stanze.
Ne risulta uno spaccato della pratica scultorea italiana a cavallo tra l’Ottocento e il secolo scorso, grazie ai rapporti che legavano il Vate agli autori dell’epoca e all’influenza dei gusti artistici di D’Annunzio sull’estetica dei salotti della medio-alta borghesia italiana, nei primi decenni del Novecento. Dimostrando ancora una volta l’incredibile ruolo giocato dal poeta nel complesso clima culturale e creativo della sua epoca.