In Afghanistan, la street art denuncia la corruzione

4 Settembre 2015


Da qualche tempo, sulle mura di Kabul – e persino su una parete del palazzo presidenziale -sono comparsi una serie murales che rappresentano degli occhi sgranati, accompagnati dalla scritta “La corruzione non può essere nascosta a Dio o al popolo” (come nella foto in apertura, tratta da dailycapital.pk).

È lo slogan virale che un gruppo di street artist afghani sta disseminando in giro per la città, con lo scopo di combattere la corruzione violenta che attanaglia il Paese e si insinua in ogni angolo della vita pubblica.
Con la benedizione, addirittura, del  Presidente afghano Ashraf Ghani, ben consapevole dell’emergenza diffusa; situazione confermata dalla classifica annuale di Transparency International, che colloca l’Afghanistan tra gli ultimi Paesi al mondo per grado di percezione della corruzione nazionale.

La street art diventa dunque mezzo per sensibilizzare la collettività, per far aprire gli occhi a chi ancora si ostina a non vedere, attraverso uno slogan senza mezzi termini e quegli occhi spalancati, che sono di “tutti gli afghani che ne hanno avuto abbastanza della corruzione”, come spiega Maryam, 35 anni, uno degli artisti coinvolti nel progetto.