Tra gli anni ʹ80 e ʹ90 fu uno dei writer americani più famosi. Ma Ketih Haring fu anche un attivista, con le idee chiare sui temi sociopolitici del tempo. Come evidenzia la mostra alla Kunsthal di Rotterdam, in programma dal 20 settembre al 7 febbraio 2016.
Quando nella New York degli anni Ottanta, il fenomeno urbano dei graffiti iniziò a richiamare l’attenzione dell’art system, tra i writer che salirono al successo a livello internazionale c’era anche Keith Haring, scomparso ormai 25 anni fa a causa dell’AIDS, a soli 30 anni.
Il 20 settembre, la Kunsthal di Rotterdam – città dove Haring espose per la prima volta fuori dagli Stati Uniti, nel 1982 – gli dedica una grande mostra, mettendo in luce l’artista ma anche l’attivista: durante la sua breve ma intensa carriera, Keith Haring prese posizione su diversi temi sociopolitici, criticando il capitalismo e sostenendo a gran voce il disarmo nucleare, il rispetto dell’ambiente e l’uguaglianza dei diritti, indipendentemente da etnia, credo religioso e orientamento sessuale.
Dal titolo Keith Haring. The Political Line, la mostra presenta al pubblico 120 opere: dai primi disegni in gesso che l’artista realizzava negli spazi per la pubblicità lasciati vuoti nei mezzanini della metropolitana di New York – i cosiddetti subway drawings – fino ai grandi dipinti su tela di vinile, oltre a opere su carta con inchiostro Sumi, oggetti e sculture.
Le sue opere sono caratterizzate da un linguaggio immediato e da un vocabolario inconfondibile di segni e di forme – primo tra tutti il suo famoso omino stilizzato – che si ripetono con ossessione, saturando completamente la superficie di lavoro, che si tratti di una parete o di un foglio di carta.
Completano l’esposizione, scritti tratti dai suoi diari e altro materiale documentario selezionato dagli archivi della Keith Haring Foundation, da cui provengono molte delle opere esposte.
[Immagine in apertura: Keith Haring, Untitled, particolare, 1985 © Keith Haring Foundation]