Mancano pochi giorni alla riapertura al pubblico di uno dei complessi museali italiani più prestigiosi, con 750 capolavori appartenenti alla tradizione artistica della città che è stata la culla del Rinascimento.
Il capoluogo toscano si prepara a salutare ufficialmente la riapertura del celeberrimo Museo dell’Opera del Duomo: lo spazio tornerà ad accogliere il pubblico dal prossimo 29 ottobre, dopo un restauro durato due anni. Custode di un inestimabile patrimonio artistico e considerato tra i musei più ricchi di storia, l’ente fiorentino torna alla ribalta grazie a un eccezionale intervento architettonico.
Progettata da Adolfo Natalini, Piero Guicciardini e Marco Magni, l’opera di rinnovamento ha più che raddoppiato lo spazio espositivo originario, che oggi raggiunge i 6.000 metri quadrati. Il settecentesco Teatro degli Intrepidi, già acquisito nel 1997, diventa scenario di un rinnovato dialogo tra la Cattedrale, il Battistero e il rispettivo patrimonio scultoreo, riattivando l’antica funzione del museo.
Un poderoso modello in resina e marmo, in scala 1:1, dell’antica facciata del Duomo di Santa Maria del Fiore, ricavato da un disegno cinquecentesco, fa da sfondo ai gruppi scultorei creati ad hoc e ricollocati nella loro naturale posizione. Sul lato opposto, trovano spazio due delle tre porte realizzate da Lorenzo Ghiberti per il Battistero di San Giovanni.
Fra i 750 capolavori in mostra – firmati da 513 artisti e disposti su tre piani – è ancora la scultura a giocare il ruolo di protagonista, grazie alle opere dei grandi maestri della tradizione artistica italiana. Ne sono un esempio la Maddalena Penitente di Donatello (in primo piano, nella foto in apertura di Valentina Silvestrini), realizzata tra il 1453 e il 1455 e la Pietà di Michelangelo, completata fra il 1547 e il 1555.