Renoir, Botticelli, Dürer, Cranach, Velázquez, Monet e van Gogh: sono alcune delle opere che Hermann Göring depredò durante il Terzo Reich. Dalla Francia, arriva l’inventario completo.
Aveva un paio di Renoir in sala da pranzo, Hermann Göring, ma questi dipinti non erano gli unici capolavori che il braccio destro di Hitler annoverava nella sua collezione d’arte. Appese in bella vista nella sua elegante tenuta fuori Berlino, c’erano anche tele di Botticelli, Dürer, Cranach, Velázquez, Monet e van Gogh.
Furono quasi 1800 le opere – tra cui più di 1300 dipinti e 250 sculture – che il leader nazista riuscì ad accumulare nella sua vita, per lo più sottraendole alle famiglie ebree perseguitate e spedite nei campi di concentramento. È quanto si apprende dal catalogo dove Göring teneva accurata traccia di ogni nuova “acquisizione”. Scoperto dai soldati francesi tra i suoi effetti personali alla fine della Seconda Guerra Mondiale, e successivamente custodito negli archivi diplomatici di Parigi, il manoscritto integrale è stato pubblicato di recente dalla casa editrice francese Flammarion.
Nei mesi cruciali del 1944, Göring impacchettò la sua collezione e la spedì su un treno diretto verso il confine austriaco; il carico fu intercettato dagli Alleati prima che potesse giungere a destinazione e mandato a Monaco, dove le opere furono inventariate; nel processo, però, molte non riuscirono a tornare ai legittimi proprietari o ai loro eredi. Chissà che il libro appena pubblicato non torni utile per rintracciare qualche opera perduta.