Dalla collezione della nipote di Modigliani al Museo all’Aperto di Cosenza: giunge al termine il girovagare di una monumentale Tête bronzea dell’artista livornese.
L’ovale allungato, l’espressione ieratica, gli occhi inanimati, le linee eleganti, la sintesi formale: ci sono tutti i caratteri che distinguono le Tête di Amedeo Modigliani nell’esemplare bronzeo donato di recente alla città di Cosenza e al MAB, il Museo all’Aperto intitolato a Carlo Bilotti.
La scultura, alta più di due metri, ha una lunga storia: apparteneva alla collezione di Laure Modigliani Nechtshein, nipote dell’artista livornese; poi è passata al Modigliani Institut Archives Legales Paris-Rome e al Museo Bilotti di Villa Borghese.
Nel 2006 è stata trasferita nel cortile del Borromini alla Sapienza, in accordo con l’allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli; fino al 2007, quando ha trovato nuova destinazione all’ospedale San Camillo – Forlanini, dove Modigliani fu ricoverato nel 1909.
Ora la Fondazione Modigliani, assieme a Roberto Bilotti, ha deciso di destinare la scultura al Museo all’Aperto Bilotti, che conta già opere di Giorgio De Chirico, Mimmo Rotella, Giacomo Manzù e Pietro Consagra, sparse tra piazze e vie pedonali del centro storico della città calabrese.
La monumentale Testa di Cariatide – fusione in bronzo di un modello in legno del 1910, oggi in un museo australiano – ha trovato collocazione (definitiva?) al centro di Piazza Kennedy, a Cosenza.