A due secoli di distanza dall’invenzione dell’alfabeto Braille, le nuove tecnologie di stampa 3D puntano a rendere le opere d’arte accessibili ai non vedenti. Come? Con riproduzioni tattili tridimensionali.
Negli ultimi sette anni, l’azienda 3DPhotoWorks ha lavorato allo sviluppo delle tecnologie di stampa 3D, inseguendo l’idea di convertire opere d’arte, fotografie, diagrammi e altre immagini in riproduzioni tattili, rendendole così accessibili anche ai non vedenti.
Il progetto si basa su studi neuroscientifici, secondo i quali i non vedenti sono in grado di visualizzare mentalmente un’immagine, attraverso input di natura tattile. Come funziona? Il dipinto o la fotografia sono ricreati in versione tridimensionale, da esplorare con il tatto. Per rendere l’esperienza ancora più vivida, i progettisti hanno pensato di aggiungere descrizioni vocali che si attivano, grazie a sensori, percorrendo la stampa in rilievo con le dita.
Al momento, l’innovativo progetto è alla ricerca di fondi sul sito di crowdfunding Kickstarter: l’obiettivo è raggiungere 500mila dollari, per incrementare e accrescere la produzione, al momento limitata. Gli ideatori puntano a diffondere la tecnologia nei musei di tutto il mondo, consentendo agli 285 milioni di non vedenti di accedere al patrimonio artistico senza alcuna intermediazione.