Uno dei colossi museali veneziani tenta il riuscito esperimento di coniugare arte antica e contemporanea, grazie all’ausilio delle nuove tecnologie. E il risultato è sorprendente.
Il confine tra arte e nuove tecnologie è sempre più sottile, invogliando molti artisti a sperimentare tecniche basate sulla grafica computerizzata e relative elaborazioni tridimensionali. Ne è un esempio Ulisse II, l’ambizioso progetto ospitato, fino al 31 gennaio 2016, nella sala 8 del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, custode di un patrimonio secolare.
Sotto la supervisione del curatore Alfredo Cramerotti, la preziosa statua marmorea di Ulisse – risalente, al netto dei successivi restauri, al secondo secolo dopo Cristo – è stata riprodotta in digitale dall’azienda high-tech Virtualgeo, attraverso una scansione e una modellazione 3D. Il risultato è una copia fedele all’originale, usata dall’artista giapponese Makoto per la creazione di Ulisse II, una scultura contemporanea, in gesso e carta, allestita accanto al capolavoro antico.
Una traccia musicale elaborata per l’occasione da Hiroshi Sato accompagna l’intero progetto espositivo, regalando al pubblico un vero e proprio dialogo tra passato e presente. I visitatori, inoltre, potranno conoscere i dettagli dell’antico Ulisse grazie a un totem touch-screen, intuitivo e immediato.