Quando il cristianesimo approdò in Giappone

22 Novembre 2015

paravento decorativo pieghevole raffigurante l'arrivo degli europei in Giappone, 1600

Dal 23 al 29 novembre, al Palazzo della Cancelleria a Roma, una mostra racconta il modo in cui il  cristianesimo si radicò in Giappone a partire dal XVI secolo, quando fu introdotto dal missionario gesuita Francesco Saverio nella regione di Nagasaki, che fu centro delle comunità cristiane giapponesi anche nei secoli delle persecuzioni.

La mostra ripercorre 400 anni di storia, attraverso preziosi manufatti artigianali, oggetti di devozione e opere d’arte provenienti dalle chiese e dai siti cristiani di Nagasaki, candidati ad essere riconosciuti patrimoni culturali dell’umanità.

Tra i pezzi in esposizione, si distinguono un paravento decorativo pieghevole (nella foto in apertura) raffigurante l’arrivo degli europei in Giappone, risalente al XVII secolo; una scena di Annunciazione, tramandata dai cristiani clandestini dell’isola di Ikitsuki di Hirado; una statuetta raffigurante la Dea kannon, che fu scelta per rappresentare la Vergine Maria. L’oggetto più curioso in mostra è una conchiglia, nota come “orecchia di mare”, che riporta l’iscrizione: “San Givan”: i fedeli infatti scorgevano la figura di San Giovanni Battista nella parte interna della conchiglia, che divenne così un piccolo, e portatile, oggetto di devozione.