Prende spunto da una biografia che ha venduto milioni di copie, ma non è un biopic: il film diretto da Danny Boyle racconta la rivoluzione digitale di cui Steve Jobs fu fautore e protagonista.
Brillante e visionario, pioniere delle tecnologie all’avanguardia, sognatore e fonte di ispirazione per le nuove generazioni: questo, e molto altro, è ed è stato Steve Jobs. Ora, a distanza di quattro anni dalla sua scomparsa, il regista premio Oscar Danny Boyle firma la direzione di un film a lui dedicato.
Scritto da Aaron Sorkin, sulla base dell’acclamata biografia del fondatore della Apple redatta da Walter Isaacson, Steve Jobs non è un biopic – come tiene a precisare il regista – ma racconta in tre atti la rivoluzione digitale degli ultimi tempi, attraverso il ritratto intimo di un uomo geniale.
A vestire i panni di Steve Jobs è Michael Fassbender, mentre l’attrice premio Oscar Kate Winslet presta il volto a Joanna Hoffman, ex responsabile marketing di Macintosh. Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, è interpretato da Seth Rogen, e l’ex CEO della Apple, John Sculley, ha le sembianze di Jeff Daniels. Il film vanta tra i suoi interpreti anche Katherine Waterston, nei panni di Chrisann Brennan, l’ex-fidanzata di Jobs, e Michael Stuhlbarg, nel ruolo di Andy Hertzfeld, uno dei membri del team addetto allo sviluppo del Macintosh targato Apple.
“Spero che quando gli spettatori vedranno il film – si augura il regista – capiranno come il mondo sia stato cambiato da quello che questo personaggio è stato in grado di fare grazie alla sua energia, alla sua forte motivazione, alla sua intelligenza e alla sua folle dedizione e passione – ma anche il prezzo che ha pagato a livello personale”.
[Immagine in apertura: Michael Fassbender nei panni di Steve Jobs, diretto dal premio Oscar Danny Boyle, credit Universal Pictures]